Il ricco medioevo sirmionese

In età tardoromana (IV-V secolo d.C.) Sirmione diviene luogo fortificato di controllo del basso lago; è costruita una muratura di difesa lungo la penisola; un piccolo nucleo abitato si stabilisce all'interno della cinta fortificata.

Anche in età longobarda, a partire dall'ultimo quarto del VI secolo è presente un insediamento documentato da resti di capanne e di una necropoli.Verso la fine del regno longobardo a Sirmione faceva capo un vasto distretto (iudiciaria Sermionese), dipendente direttamente dal sovrano. La regina Ansa, moglie del re longobardo Desiderio, fonda un monastero e la chiesa di San Salvatore. Altre chiese sono citate come esistenti nella cittadina in documenti dell'VIII secolo (San Pietro in Mavino, San Martino, San Vito).

chiesa di S.Pietro in Mavino
chiesa di S.Pietro in Mavino

Bellissima è in particolare la Chiesa di San Pietro in Mavino (mavina=summa vinea, vigna collocata sulla sommità, sulla sommità della penisola). Ben conservata (benchè in realtà ricostruita "quasi interamente nel XIV secolo"), essa è dominata dagli affreschi dell'abside: un Cristo giudice al centro, la crocifissione alla sua sinistra, la Madonna con Bambino alla sua destra.

Tipicamente medioevale è il tipo di raffigurazione di Cristo giudice: analogamente al Pantocratore di altre absidi, in lui prevale la dimensione divina. Non è soltanto un Uomo, ma l'Uomo-Dio, la Presenza che giudicherà ogni cosa, essendo il Verbo in cui tutto ciò che esiste è stato fatto. Tutto in Lui si ricapitola e unifica: lo spirituale e il temporale, la fede e la ragione, la religione e la politica, l'economia, la cultura, la vita e la morte. Di tutto e di ogni cosa Egli è il Dominus, il Signore.


«Il distretto sirmionese perde la sua autonomia con Carlo Magno, ma Sirmione continua a mantenere anche in seguito un rapporto privilegiato con i sovrani, da cui ottiene esenzioni e concessioni particolari.

Nel XIII secolo Sirmione diviene uno dei punti del sistema di fortificazione scaligero con la costruzione del Castello ad opera probabilmente di Mastino I della Scala.» (Roffia)

Nello stesso periodo è rifugio degli eretici Patarini, condannati poi al rogo a Verona (1278).

terra d'eretici?

Qualcuno ha voluto affermare, anche per questo motivo che la terra di Sirmione (e del basso Garda, perchè anche Desenzano fu interessata da analogo fenomeno) sia stata terra d'eretici e d'epicurei.
L'epicureo sarebbe stato Catullo, gli eretici appunto quelli condannati nel basso Medioevo. Una simile deduzione è però poco scientificamente fondata: prima di tutto perché non è esatto definire Catullo un epicureo, data la presenza in lui di una sincera volontà di ricerca del senso dell'esistenza;

e poi perché, accanto all'episodio degli eretici, e ben più importante di esso, ci sono moltissimi altri esempi che documentano di come Sirmione sia stata terra di fede: i monasteri di età longobarda, le bellissime chiese, e, in età contemporanea, una beata come Benedetta Bianchi Porro.

La funzione di controllo e di difesa, assunta in età tardoromana, continuerà sino al XVI secolo, quando nel ruolo di centro fortificato del basso lago viene sostituita da Peschiera. Il castello comunque rimarrà sino alla metà dell'Ottocento sede di guarnigione militare.

bibliografia minima

Ricerche su Sirmione longobarda
Brogiolo G. Pietro; Lusuardi Siena Silvia; Sesino Paola ; All'Insegna del Giglio, 1989.

Sirmione. La rocca scaligera
Grafo, 1981.

Castrum Sermionense. Società e cultura della 'Cisalpina' nel primo Medioevo
Grafo, 1996.

Sermione mansio. Società e cultura della 'Cisalpina' tra tarda antichità e altomedioevo
Grafo, 1995.

Insula Sirmie. Società e cultura della Cisalpina verso l'anno Mille
Grafo, 1997.